dimensioni: 144 x 110 x 60 (cm)
struttura: in legno di betulla
finitura tecnica mista: garze, pigmenti, colle, resine
design: Enzo Mastrangelo
artista: Beppe Pepe
realizzazione: Falegnameria Artigianale Scavino Franco
esposto per “WABI SABI Italian Sloow Design” a cura di Silvia Ariemma e Federica Martinetto presso : Galleria L’Eglise – Turin Design Week 2012 / Galleria Paola Colombari – Milano Fuorisalone 2013

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InScomposizione

Nello studio dell’amico pittore Beppe Pepe, alcuni anni fa, Enzo legge in una serie di quadri appena realizzati delle geometrie che sente di voler rendere tridimensionali. Dopo alcuni studi nasce InScomposizione: una riflessione sul tema dell’interdisciplinarietà. Il risultato è un mobile direttamente ispirato ad un quadro di Beppe (Senza titolo, del 2007), che predilige l’uso di geometrie informali realizzate con tecnica mista.
Pigmenti, resine, colle, garze sono l’alfabeto di questo artista, la cui ricerca da molti anni offre composizioni realizzate con sovrapposizioni tra parti velate, parti materiche e segni incisi a mano.
Nel disegnare il mobile InScomposizione il designer si lascia liberamente ispirare dalla pittura, trasformando le geometrie e le cromie in volumi scomposti. La trasposizione dal bidimensionale al tridimensionale conduce il pensiero ad una riflessione sul contorno; un quadro è scritto su un supporto la cui forma è preferenzialmente rettangolare, si pensi al testo su una pagina, poiché, a parte alcuni casi, non è influente sul linguaggio, mentre un mobile implica la realizzazione di una forma che si inserirà in uno spazio circostante. In questo caso la suggestione ricevuta dalla pittura restituisce dei volumi che si posizionano differentemente a sbalzo, con sporgenze e rientranze, in una personale reinterpretazione dell’autore.
Le campiture di colore si trasformano in volumi irregolari, ispirando forme impreviste per contenere oggetti, obbligando  così Enzo a realizzare ante di forma specifica e ispirandolo ad assegnare le appropriate utilità ai vani che esse richiudono.
In InScomposizione gli elementi estrusi, rigorosamente sulle forme di Beppe, disegnano ombre che evidenziano i movimenti delle masse e che rendono la pittura una scultura/architettura.
Gli elementi dell’architettura ricalcano i dettagli della pittura obbligandola ad essere ambigua. Un quadro ha un fronte, mentre un’architettura è spazio e la scultura è a tutto tondo. InScomposizione non è solamente un mobile, non è solamente architettura e non è solo pittura. Non ha un fronte o un retro, particolare questo sottolineato dalle aperture dei vani che si alternano sui diversi fronti. Ambiguo nelle sue forme dialoga con l’ambiente e permette anche una personalizzazione: gli elementi possono essere posizionati più avanti o più indietro definendo ombre diverse. Le aperture sono realizzate con soluzioni diverse, a volte sono obbligate, e si alternano a cassetto, ad anta o a ribalta, tutte a pressione e, a seconda della geometria del quadro che ricalcano, rendono ancora meno dichiarata l’essenza del risultato finale.
InScomposizione restituisce la dignità di un pezzo unico, in chiave informale. È da collocare in modo da poter accedere a tutti i suoi lati e si offre per il suo dichiarato linguaggio espressivo.

Enzo Mastrangelo – Architetto